Il legame di coppia, quando evolve e diventa un legame con storia, costruisce una sua intrinseca e soggettiva identità, impenetrabile e segreta, non accessibile allo sguardo degli altri.
Si è cimentato, infatti, con transizioni, usura, criticità, conflitti, ha sdoganato o custodito segreti, ha costruito linguaggi, gesti, scelte non sempre consapevoli, spesso non “amorevoli”.
Inoltre, la storia di una coppia ha edificato anche sull’intreccio e l’incastro ciascuno della storia dell’altro, spesso movente inconsapevole dell’essersi scelti.
Apparentemente, in questa nostra modernità, la coppia sembra essersi affrancata dalla rappresentazione-aspettativa della cultura patriarcale che la voleva stare insieme per sempre assolvendo funzioni e doveri socialmente prescritti.
In quella rappresentazione-aspettativa, chi trasgrediva, chi faceva la “fuga d’amore” veniva espulso dal nucleo originario perché questo non poteva tollerare il peso della vergogna per l’insulto sociale.
Oggi, quantomeno nelle nostre culture, le istanze fondamentali che legittimano il diventare coppia sono: la scelta e l’amore. garantendosi la possibilità di cambiare la propria scelta quando viene meno l’amore.
Ma quando l’amore, che si ritiene fondamentale, si rivela non sufficiente?
O meglio, forse alcune riflessioni si impongono su quanto sia “abusato”, “arbitrario”, ”idealizzato” il costrutto di amore, e quanto questo renda difficile e confusivo riuscire ad accettare che “l’amore” possa essere declinato in innumerevoli significati e vissuto attraverso le molteplici esperienze, le molteplici vicende di ciascuno.